
Dalle colonne del New York Times, che ha diretto per molti anni, Bill Keller ieri ha vergato un editoriale per sostenere che è meglio un Iran nuclearizzato a una guerra preventiva contro Teheran e che in ogni caso Teheran con la bomba all’uranio non sarà la fine del mondo. Dieci anni fa Keller si arruolò in quella nobile pattuglia di liberal che avrebbe sostenuto l’invasione dell’Iraq (assieme a Paul Berman, Christopher Hitchens, George Packer, Kenneth Pollack, Thomas Friedman, Kanan Makiya e altri). Oggi però, sulla bomba atomica iraniana, la stessa intellighenzia vive in una pericolosa afasia.
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