Il canto melodioso del sangue fa strani scherzi, si accende quando meno te l’aspetti e lascia rifulgere memorie ancestrali, rapporti sottili, incarnazioni nebulose. Bisogna però imparare ad ascoltarlo e, per cominciare ad alunnarsi, non c’è nulla di più indicato del contatto induttivo con le vestigia dell’antico. Come magneti con la limatura di ferro, i luoghi del passato più remoto attraggono, selezionano e plasmano nuove forme, costringendo talvolta a un attimo di silenzio perfino l’animo volgare dell’uomo moderno.
Continua sul sito del Foglio.it