Non saranno stati i venti della primavera araba a soffiare sulle steppe, ma gli scontri che da una settimana scuotono il ricco Kazakhstan fanno pensare che la stella del presidente Nursultan Nazarbayev stia iniziando a tramontare. Tutto è cominciato in una città petrolifera dell’ovest, Zhanaozen, dove la protesta degli operai delle raffinerie che chiedevano salari più alti e migliori condizioni di lavoro è stata repressa nel sangue.
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