Con lo snobismo tipico di chi, all’annosa domanda “mi si vede di più se sto su Twitter o se dico che Twitter fa schifo?”, risponde scegliendo la seconda opzione, ieri Michele Serra si è iscritto al partito di chi considera il social network dei messaggi da 140 caratteri poco più di una moda. Secondo Serra “il mezzo” genera “un linguaggio totalmente binario, o X o Y, o tesi o antitesi”. L’auspicio del rubrichista dell’Amaca è che alla fine Twitter si riveli essere “solo un passatempo ludico”.
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