Primo. Riconoscere a Bersani il coraggio di aver rottamato vecchi vizi e antichi merletti per fare una gara vera. Certo, l’apparato ci ha messo del suo: al primo turno serviva la registrazione e al secondo il check-in. Peccato per il non voto di sedicenni e diciassettenni. Bersani è stato un po’ costretto dalle convenienze, ma gli va riconosciuto merito. Secondo. Dire agli elettori di Vendola che è meglio una coalizione chiara che si sottopone al voto, non trattative postelettorali. Terzo. Sfuggire alla “personalizzazione” fatta da Bersani.
di Daniele Bellasio (testo raccolto dalla redazione)
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