Di tutte le insapute esistenti e portate in giro come nuovo manifesto esistenziale privo di senso del ridicolo (case al Colosseo, a Montecarlo, vacanze, alberghi, denari, donne, conti pagati) l’unico “amiainsaputa” possibile è quello di Umberto Bossi, che si è dimesso ringhiando “Io non le so queste cose” (più vari vaffanculo e incitazioni alla rissa e un ultimo rassegnato: “Chi sbaglia paga qualunque sia il cognome che eventualmente porti”).
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